Foto di Remo de Togni
famiglia Vespidae, ordine Imenotteri
Il nome di “cartonaia” dato a queste vespe è dovuto al fatto che esse producono nidi di carta, anche se questa caratteristica è comune anche ad altre specie di vespe. Le vespe infatti, a differenza delle api, non possiedono ghiandole che producono cera con cui poter costruire gli alveari; raschiano invece il legno dagli alberi con le loro robuste mandibole e lo impastano con la saliva, ottenendo una sostanza del tutto simile alla nostra carta o cartone.
Il nido delle Polistes è piuttosto semplice, costituito da un solo livello di forma piana o leggermente curvo, attaccato a muri, alberi o rocce mediante un peduncolo. La colonie, di piccole dimensioni, sono annuali: si formano in primavera e si dissolvono con il sopraggiungere della stagione fredda.
Le Polistes si distinguono dagli altri generi di vespe sociali presenti nelle nostre zone per il colore giallo e nero del corpo (giallo e rosso ocra invece nel genere Vespa) e per la forma dell’addome, affusolato nella parte basale (squadrato invece in Vespula e Dolichovespula).
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